Náhodný obrázek

L-33

Obrázek měsíce

Jet Shark
Jet Shark
© Gryf design

When 300km/hour is not enough, there are some ideas to create jet-powered aircraft using Shark design, so You could fly 400-500 km/hour according to used engine.

Price-induction jet looks nice for that purposes : 
At Take Off Power, you can get up to 255daN, consuming 80kg/h of fuel for the DGEN 380 and 330daN with 100kg/h fuel consumption for the DGEN 390.

www.price-induction.com

of course - this kind of aircraft cannot be called Ultralight, although its empty weight could be  very similar

Partneři

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner

Organizace

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner

Magazíny

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner

Výstavy

Banner
Banner

Prodejci

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Počasí
Gryfair.cz GRYF magazín Napsali o nás VOLARE: E finalmente il Rider
VOLARE: E finalmente il Rider Tisk Email
Napsal uživatel Jaroslav Dostál   
Sobota, 14 Srpen 2004 00:00

Progettato nella Republica Ceca in base a un requisito della Flyitalia, il nuovo ULM di Jaro Dostal ha debuttato al Meeting di Castiglione del Lago. E dopo averne seguito da vicino lo sviluppo, VOLARE e subito salita a bordo, scoprendone le molti doti e qualche piccolo “diffeto di gioventu” (gia rimediato).

Avevamo adocchiato l’MD 3 Rider fin dal giugno dell’anno scorso, alla Fiera di Ozzano. Si trattava di un modellino in scala, esposto allo stand della Flyitalia e che nelle fattezze ci ricordava alla lontana il Macchino MB 308. Mario Pezzotti, il boss della faccenda, ci racconto due cose interessanti che il progettista era Jaro Dostal, una delle migliori firme aeronautiche della Repubblica Ceca, e che il programma era stato commissionato dalla stessa Flyitalia.

Da allora abbiamo seguito lo sviluppo del Rider passo dopo passo, curiosi di sapere come sarebbe andata a finire. E finalmente eccolo qua: ala alta con profilo bicovesso, fusoliera rotonda, carrello triciclo e impennaggi convenzionali. Un progetto tradizionale ma tutt’altro che banale, traciato con linee pulite e aggraziate, e che rivela una mano esperta e diligente formata alla scuola aeronautica della Mitteleuropa. Anche la costruzione sfrutta molto le tecnologie dell’industria aeronautica dell’Est.

La struttura della cabina e in tubi di acciaio saldati, mentre tutto il resto e in lega leggera. In composito sono solo alcuni particolari come le cofanature del motore, le porte e le balestre del carrello e alcuni raccordi. Le trasmissioni dei comandi sono a cavi e ad aste.

Nel consueto giro esterno di familiarizzazione, notiamo che l’elica tripala ha un diametro generoso, tanto da accarezzare quasi l’erba del parcheggio. L’apertura degli alettoni e circa la meta di quella dei flap, a fessura. Per migliorare l’efficienza delle superfici mobilli si e arretrato il centro di pressione giocando sull’aumento dello spessore del bordo di fuga. Nel Rider tale esecuzione e un capolavoro di cesello: un controprofilo a C fittamente rivettato sopra e sotto con uno spazio libero di pochi millimetri nel mezzo.

Saliamo a bordo. La base dei due sedili affiancati e a portata di dedere standard; si entra in cabina a reculons, prima con la testa poi con le gambe, facendo attenzione al bordo superiore della porta, un po’bassino.

I sedili a canape sono facilmente regolabili, a le pedaliera, in buona posizione, e fissa ma operabile a gambe strette/ La plancia e composta da due semicruscotti e da una consolle centrale. A sinistra gli strumenti di volo; a destra quelli del motore. Il pannello sotto il cruscotto e occupato da vari interruttori elettrici e dalle manette del gas, mentre nella plancetta tra i sedili troviamo i comandi del trim, dei flap e dei freni.

La cabina e ariosa e abbondante. Tutti i comandi sono facilmente raggiungibili da entrambi i piloti e dietro gli schienali e alloggiato un comodo disimpengo portabagagli. Le cinture di sicurezza a quattro punti sono ancorate a solidi attacchi strutturali.

La visibilita e molto buona verso l’alto e lateralmente; peccato che una bombatura sopra il cruscotto sottragga una fetta di campo visivo in avanti e in basso. La chiusura della porta richiede due mani; l’avviamento del Rotax 912 S una sola. La ciclistica in rullaggio e soddiasfacente, con balestre ben registrate e una buona manovrabilita assicurata dal ruotino collegato alla pedaliera.

Con una tacca di flap e il motore al massimo liberiamo i freni: stacchiamo dopo 13 secondi e 130 metri di corsa, a 80 km/h, con notevole impegno di barra a cabrare. In salita alla massima potenza continua a 150 km/h il variometro indica 4 metri al secondo. Tutte le stabilita sono soddisfacenti, anche se la longitudinale dinamica presenta richiami discontinui verso le basse velocita, che denunciano qualche attrito residuo nella catena del comando longitudinale.

In volo livellato annotiamo come di consueto le misure dello scostamento della barra al variare della velocita. L’andamento mostra una stabilita positiva, ma l’aumento dell’impegno del comando longitudinale nel volo lento conferma la necessita di intervenire sull’angolo di calettamento dello stabilizzatore. La variazione delle posizioni della barra nel volo con e senza potenza applicata denuncia un asse di trazione un po’troppo orientato verso il basso.

Intendiamoci: e un prototipo, e si tratta di interventi di messa a punto fisiologici. Im manovra a velocita medie i comandi sono abbastanza precisi e rigidi.

Il rollio indotto e uono e le derapate inverse sono contenute. Meno bene, invece, le manovre con forti variazioni di velocita, nelle quali notiamo discontinuita di omogeneita dei comandi con aumento delle derapate inverse. Il trim e efficiente sempre in posizione cabrata, a conferma - se questo centrarrio e corretto - della non perfetta posizione del pianetto di coda.

Per contro, le rapide variazioni di potenza non comportano grandi spostamenti sullo sbandometro, a conferma dell’accettabile orientamento del motore sull’asse orizziontale.

Lo stallo in configurazione pulita e caraterizzato da un preavviso quasi inesistente e da una caduta del muso piuttosto decisa, ma lasciando la barra la rimessa e pressoche immediata. Con una tacca di flap raggiungiamo il limite dell’autorita del comando a cabrare senza raggiungere lo stallo.

Le prestazioni di volo sono onorevoli per il tipo di macchina. In linea orizzontale alla potenza massima continua l’anemometro stazione oltre i 220 km/h e il pilotaggio rimane confortevole.

L’efficienza in planata e intorno a 8, e in finale, con due tacche di flap (42 gradi), il variometro si appropinqua ai 5 metri al secondo a scendere. L’avvicinamento all’atterraggio non presenta alcun problema, ma all’atto della richiamata finale ci manca un po’di comando a cabrare.

Nel complesso il Rider ci sembra una bella macchina tradizionale. Elegante ma discreta, come l’inquilino della porta accanto al quale pero vorremmo togliere alcuni vezzi noiosi. Nel nostro caso gradiremmo un miglioramento della visibilita anteriore, una maggior cura nella meccanica dei comandi e una messa a punto dei piani di coda.

Jaro Dostal sta gia provvedendo.

VOLARE, Italia